venerdì 23 gennaio 2009

Grande Giorno 2

...e ora e' proprio fatta! anche marco ha la card!!!!!
dopo soli due mesi e quattro giorni, quando ormai le nostre speranze erano andate perdute, siamo entrati a far parte della comunita' sud africana a (quasi) tutti gli effetti.
ieah

buon week-end

venerdì 16 gennaio 2009

Grande Giorno

e c'ho la card!

giovedì 15 gennaio 2009

Leggero Frescolino

“Pare” che mentre noi due ci andiamo rosolando al sole africano, in italia si stia scatendando l'inferno: freddo, pioggia, neve..
Da cosa ce ne siamo accorti?
Dal numero piuttosto elevato di e.mail (e sms, e lettere...) che arrivano praticamente ogni giorno, con attachments di questo tipo








Vabbe, ironia a parte, grazie a jona, zio emilio, alessandra e matteo per questo reportage!
Ci fa sentire un po' piu' “freschi” e un po' piu' a casa (e piu' fortunati!), sperando che arrivi presto la primavera...
Bacioni a tutti

martedì 6 gennaio 2009

ChristmasHolidays

25dicembre
Driiin driin...driin driin...driin driin...driin driin...driin driin...driin driin...driin driin...driin driin...(ma quando si svegliano questi..) driin driin...driin driin...driin driin...driin driin...driin driin...driin driin...driin driin...driin driin...Merry Christmas!
Tutto ci ricorda che questo sarà un natale diverso: il sole caldo che illumina la stanza, l'assenza della neve, delle cornamuse, dell'albero di natale e soprattutto dei doni, la radio-sveglia che diffonde auguri in inglese, le nostre valigie (quasi) pronte per la partenza, nonchè lo striminzito fagottino che ci portiamo per pranzo..
Trascorreremo le nostre particolarmente alternative christmas holidays in giro per il sud del sud africa alla scoperta della famosa garden route, di cui tutti ci parlano con tanto entusiasmo.
Quindi colazione, uno sguardo veloce alla cartina e poi via.. con la Nostra Fedele Tazz per le highways (gratis!!) abbagliati dall'ormai famoso sole africano.
La strada rovente che si apre davanti a noi è affascinante (ricorda a tratti le colline toscane e a tratti le montagne intorno a cusano) e spinge entrambi a profonde riflessioni sulla vita.
Raggiungiamo la prima tappa dopo 500 km di pensieri e propositi per il futuro: Knysna!
Scopriamo con positivo stupore, ma a fatica, il piccolo cartello in mezzo ai cespugli col nome particolarmente evocativo dell'ostello in cui allogeremo per due notti: piece of eden!
Ed è davvero un piccolo angolo di paradiso: banani, foresta, silenzio, armonia, a cominciare dalla simpatica Joan, la proprietaria di questo posto. E' tutto un pò stile peace and love: profumo d'incenso che si mescola a profumo di natura, musicisti che gironzolano e hanno qui la loro sala d'incisione e di prove; insomma, questo posto ci piace!
Appena arrivati ci accoglie un aspirante rabbino, ospite anche lui dell'ostello, essendo tutti i gestori in spiaggia. La nostra stanza è in realtà una tenda, montata su una palafitta di legno, ma con letti veri all'interno, completamente circondata da alberi e pace, e senza l'annalisa's nightmare: i mosquitos!!

La guida di luciano ci descrive knysna come la perla della garden route: le nostre aspettative sono al massimo!
Quando invece scopriamo che si tratta di un paesino molto simile a un grande centro commerciale, un pò restiamo delusi e subito scatta la considerazione: “come l'italia niente...”
(una piccola digressione sulla nostra guida: bisogna dire che la guida di luciano, che è il nome dell'unico autore, ci permette di distinguerci dagli stranieri lonely planet e affini, anche se dopo qualche strana esperienza, tipo una discoteca tamarra con accurata perquisizione in cerca di armi all'ingresso, spacciata per un fine locale jazz, iniziamo a dubitare della sua credibilità..)
Forse ci prende un pò di nostalgia dei nostri borghi, dei nostri centri storici, delle nostre città, ma e vabbuò.. decidiamo di prendere con le dovute distanze tutte le descrizioni particolarmente enfatiche che ci verranno fatte da qui in poi. Inoltre il giorno successivo avremo la “fortuna” di poterci lamentare un pò condividendo il nostro disappunto con un simpatico gruppetto di italiani, anche loro ospiti all'ostello.





26dicembre
Knysna avrà un centro un pò mediocre ma decisamente si riscatta con il paesaggio e con il mare.
Appena svegli (ma solo dopo un'abbondante colazione sotto il banano!) partiamo alla scoperta dei dintorni, incoraggiati da un capellone-stile ex-sessantottino-musicista che gironzola nell'ostello, che ci indica tutte le attrattive possibili (è decisamente più informato di luciano): se vi piace il mare c'è un mare meraviglioso, se vi piace andare in canoa nella laguna c'è una huge lagoon che vi aspetta, se vi piace camminare nei boschi ci sono anche quelli...
Curiosità: knysna è stato uno dei primi luoghi dove è stato trovato l'oro: quindi se vi piacciono le miniere d'oro potete trovare anche quelle...
Addirittura il capellone - per rendere tutto ancor più affascinante - ci propone di fare un giro nei dintorni dell'ostello, dove con molta probabilità potremmo trovare noi stessi l'oro...ma dopo qualche minutino di perplessità, decidiamo che questa è una di quelle cose da prendere con le pinze (anche se è molto allettante l'idea) e optiamo, infine, per una molto più ordinaria passeggiata nella foresta sul sentiero del Jubilee Creek: la vegetazione è fittissima, gli alberi sono maestosi, e scopriamo anche un eucalipto gigante ultracentenario.
All'interno della stessa riserva si trova Milwood, o meglio si trovava.. Fu la prima cittadina sudafricana di esploratori in cerca d'oro, ma ora ne resta solo questo (vedi foto), come abbiamo scoperto dopo una lunga camminata sulla collina sotto il sole.
Al sunset, niente di meglio di una fresca passeggiata in riva all'oceano indiano, mentre, per cena, scorpacciata di pesce al ristorante mozambicano-portoghese O' Pescador.







27dicembre
Lasciamo l'ostello con nostalgia e ci dirigiamo alla volta di Plettenberg Bay, 60 km più ad est.
Anche qui troviamo un'accomodation particolarmente friendly e divertente, ma troviamo anche un vento freddo stile bora oceanica che ci impedisce di immergerci nelle acque della baia.
Decidiamo quindi di esplorare la riserva di Cape Robberg, con i suoi percorsi un pò on the edge, strane lucertoline che ci accompagnano per tutta la passeggiata e il mare, con le sue onde furibonde. Ah, nella riserva c'è anche un sito archeologico, in fondo ad una poco ospitale grotta, ben custodita da ancor meno ospitali uccelli, che con i loro volteggi e i loro versi ci hanno impedito di vedere cosa si nascondeva nel sito..evvabbuò..
Dopo questo emozionante giretto, decidiamo che è ora di assaggiare uno dei frutti più succulenti che il mare possa offrire da queste parti: le ostriche.
Giriamo di ristorante in ristorante ma ancora una volta dobbiamo ammettere che luciano ha toppato: dalla descrizione che troviamo sulla guida, sembra che in queste zone ti tirino appresso sia le ostriche che lo champagne ma invece dobbiamo ridimensionarci ancora una volta..di ostriche neanche l'ombra. Deciamo quindi di consolarci con un piattone di chicken pasta (a dire il vero, neanche tanto male..)





28dicembre
Eccoci di nuovo a preparare armi e bagagli e dirigerci verso The Crags.
Quello che ci attende è ancora una volta un'ostello particolarmente bello..i due proprietari, anne e craig, sono anche loro tutti stile peace and love and spirituality.
Sembra vada “di moda” da queste parti essere in sintonia con la natura e soprattutto essere molto molto lenti in tutto..lentamente ci adeguiamo anche noi a questo ritmo e non ci riesce molto difficile, dato che a cape town ne abbiamo avuto un certo sentore..
Poi lo schema “Casa nella prateria” è diffuso ovunque lontano dalle metropoli. Infatti, la fine dell'apartheid non è lontana e i neri non hanno ancora potuto accumulare i soldi necessari per acquistare una fattoria o un ristorante o un ostello. Quindi, i bianchi comandano e i neri lavorano, i bianchi gestiscono e i neri obbediscono.
Nonostante ciò, colpisce vedere quanto siano felici e pieni di gentilezza.
Nei libri di storia gli oppressi sono sempre furiosi e arrabbiati contro gli oppressori, ma in questa (come in molte altre) realtà non è così (a parte che non è neanche il singolo padrone bianco ad essere il responsabile di questa situazione).
Anche quest'ostello ha un nome particolamente evocativo: wild spirit.
E' completamente circondato dalla foresta e da una riserva naturale, le stanze e i dormitori sono colorati e originali, la vista dalla lounge room della nostra accomodation è veramente mozzafiato.
Ma non stiamo a trastullarci sul balcone e appena appoggiate le valigie partiamo per la nuova avventura: il safari.
Lungo la strada ci ricordiamo però il senso della nostra visita alla garden route, ovvero la cristallina e “caldissima” acqua dell'oceano indiano. E' il quarto giorno e ancora non abbiamo fatto un bagno.. bisogna rimediare, che vergogna! Andiamo quindi alla ricerca della spiaggia perfetta, ci immergiamo e brrrrr.. non è poi così caldina.
Sperando che la salsedine non attiri i leoni, raggiungiamo la riserva.
Al bar hanno, incredibile ma vero, l'espresso illy! Ovviamente ne ordiniamo uno, ma vista la velocità della barista non proprio da caffè di milano all'ora di punta, non facciamo in tempo neanche ad annusarlo che un ranger ci richiama all'ordine e ci imbarca sulla jeep.
E così, sentendoci un pò indiana jones, partiamo alla scoperta della riserva: zebre, egyptian birds, ippopotami, rinoceronti, bufali, coccodrilli, umpala, leoni..scopriamo increduli che l'animale più feroce della foresta è l'ippopotamo, si proprio lui, il protagonista della pubblicità preferita da tutti i bambini della nostra generazione: i pannolini pampers!
Tra gli altri animali, avvistiamo pure il waterbok (che è parente dello springbok, l'animale nazionale sud africano, decisamente gustoso!). Alla domanda “perchè questo nome?” il ranger risponde semplicemente “because it is water-dependent” e beve 10 litri d'acqua al giorno. Grosso modo il nostro consumo di acqua al giorno.. infatti in casa abbiamo pintoni di plastica da 5 litri ammassati ovunque. Ci rendiamo quindi conto di essere un waterbok maschio e waterbok femmina (fare riferimento a corna o attributi vari è una puerile ironia: chi lo fa non è più nostro amico).
Concorso a premi: il primo che scova tra le foto su flickr i waterbok maschio e femmina nella riserva vincerà un simpatico omaggio sudafricano..
Per cena ci sfamiamo dal pentolone di craig, insieme a scozzesi ubriachi che ripetono continuamente “fucking amazing”.





29dicembre
Dopo una lenta colazione in compagnia degli scozzesi, che continuano a ripetere fucking amazing e a bere birra, il waterbok maschio e la waterbok femmina saltano sulla Nostra Fedele Tazz, alla volta dello Tsitsikamma National Park.
All'ingresso, sia all'entrata sia all'uscita, il guardiano (non si sa bene perchè..) si spatacca alla grande dalle risate nel tentare di ripetere il nome Boscaino. Pensiamo che stia ancora ridendo..
Scegliamo un percorso mozzafiato in tutti i sensi.. Dopo aver attraversato un ponte sospeso, prendiamo verso il lookout point, che secondo i nostri calcoli avrebbe dovuto trovarsi proprio dietro l'angolo: cammina che ti cammina, sali che ti sali, percorriamo un dislivello di circa 1000 metri prima di arrivare alla cima della montagna. La vista però ci ripaga di tutta la fatica.
Curiosità: se siete di quelli che amano gettarsi dai ponti come passatempo, qui c'è il bungee jumping più alto del mondo..noi ci siamo limitati a rabbrividire soltanto guardando.
Tornando all'ostello, finalmente scoviamo un margaro-formaggiaro. E' incredibile: ovunque si vedono belle muccone al pascolo e in un mese e passa dal nostro arrivo l'unico formaggio che siamo riusciti a trovare è quell'odiosissimo gouda olandese, grasso e senza particolare sapore. Vedendo questa farm ci rallegriamo come due topolini e decidiamo di provare il formaggio di questi gentili fattori. Buono sì, ma il pecorino di cusano e la toma piemontese sono un'altra cosa.. mannaggia!
Per cena, siamo indecisi tra due ristoranti italiani molto gettonati: “Cornuti al mare” e “Da Ciccio”. Notare che tutti gli avventori del primo ristorante se la ridono alla grande ignari del significato del nome.. Comunque, per ovvi motivi, scegliamo il secondo, che sull'elenco telefonico si chiama “Da Franco” (Franco e Ciccio, andiamo bene..), ma scopriamo che di italiano ha solo la bandierina sull'insegna.
Poi, stendiamo un velo pietoso sul rovescio della medaglia dei dormitori degli ostelli: sono carini, l'ambiente è amichevole, si conosce gente, soprattutto, sono economici; ma quando in camera ti arriva un russatore da primo premio.. lasciamo stare.





30dicembre
Dopo la notte insonne a causa del gentile amico russatore, partenza per il deserto del Karoo.
La nostra meta è la cittadina di sutherland, sede di uno dei telescopi ottici più grandi del mondo, il SALT.
Un luogo incredibilmente lontano da ogni forma di inquinamento (niente luci e niente fabbriche nel giro di 400km) e di civiltà, eccezion fatta per i 2000 autoctoni che sopravvivono con l'allevamento di pecore (ma niente pecorino..).
Trascorreremo gli ultimi due giorni dell'anno in modo particolamente insolito: osservando le stelle.
Il waterbok maschio e la waterbok femmina ringraziano ancora una volta la Nostra Fedele Tazz, che li ha scarrozzati per 500km e 6 felici ore di viaggio sotto un sole grande così, su strade e stradine polverose.
Il paesaggio che ammiriamo è indescrivibile e di certo neanche le foto riescono a renderlo veramente (ma ci proviamo).
Il nostro alloggio questa volta non è nè friendly nè peace and love: è una scuola! Per di più enorme e deserta, molto stile shining.. Se ripensiamo al lungo corridoio per arrivare ai bagni, una gocciolina di sudore ci scende ancora dalla fronte, ma per il resto tutto ok (se non parliamo del refettorio)!
Ogni altra possibile accomodation (non molte..) era già prenotata dal gran numero (una cinquantina..) di persone provenienti da varie parti del sud africa, attirate dallo Star Party di Capodanno organizzato dal SALT.
Ci sfamiamo abbondamente e decisamente bene (forse per la prima volta!!) col rump cucinato dalla gentilissima joanne della palmen house, per poi andare ad una night session su all'osservatorio.
La scelta del luogo per la costruzione di questo telescopio è stata quanto mai azzeccata: un volta celeste estremamente limpida ci permette di riconoscere la famosa croce del sud e poi una nebula, un cluster di stelle, la galassia del piccolo magellano, una stella rara e la costellazione del toro.
Finita la sessione a tarda notte, il waterbok maschio e la waterbok femmina fanno ritorno (con tanto coraggio) alla scuola.





31dicembre
Non abbiamo troppo tempo per fare quei soliti pensierini che si hanno l'ultimo dell'anno, tipo l'anno prossimo sarò più buono e farò di tutto per portare la pace nel mondo, perchè dobbiamo pensare a come fare colazione. Si sa, questi sono pensieri da pancia piena.
Andiamo alla ricerca di un bar, ma pare che da queste parti sia più facile veder sorgere saturno e riconoscere giove a occhio nudo piuttosto che bere un cappuccino.
Compriamo dei biscotti al “super”mercato e andiamo a fare colazione in mezzo al nulla desertico, sulla via del telescopio, dove più tardi ci attendono un seminario sulla “astronomia di base” e una visita cosmica inside al mega telescopio.
Poi, per il waterbok maschio e la waterbok femmina, fervono i preparativi.. Acquistiamo al “super”mercato di cui sopra salsiccia e fettine del famosissimo agnello del karoo, preparandoci al braii organizzato dai cittadini di sutherland.
Le nostre grandiose attese scemano un po' vedendo tre piccole grigliettine, appena fuori una sala old-style allestita per il ballo, con musica tamarrissima. Siamo gli unici bianchi e gli autoctoni si fanno le foto con noi come fossimo stars. Sono tutti coccolissimi, curiosi di sapere tutto di noi e ci divertiamo. Si accendono anche dei fischioni, delle fontanelle e l'immancabile bomba di maradona a mezzanotte. Poi ci portano in un'abusiva sala da giochi all'interno di un garage di lamiera, ma quella è un'altra storia, siamo già nel 2009...





BUON ANNO!