mercoledì 21 settembre 2011

I miss iodio

Grenoble e’ famosa per: le montagne, che la circondano interamente – meta sciistica di mezza Europa; la Grande Chartreuse - convento di clausura dell’ordine della confraternita di san bruno’; le noci.
Le montagne sono bellissime. Dominano il paesaggio costantemente. D’inverno sono la mia croce (non scio e percio’ devo subirmi – ogni weekend, per almeno 6 mesi l’anno – la solita domanda:ma perche’ non provi?) ma sono anche il mio godimento (quando inizia a nevicare, il cielo si fa scuro, l’aria gelida, la montagna di fronte si comincia a imbiancare come un panettone con lo zucchero a velo a natale:meraviglia!). D’estate sono perfette per un randonnee’ domenicale, per respirare un po’ d’aria fresca e pulita e conquistare la vetta stanchi e contenti (magari, ci scappa pure un tuffo in un lago gelato e l’avvistamento di un capriolo che ti scruta silenzioso da lontano)..Non male.
Qualche giorno fa abbiamo conquistato i 2200m di una delle cime delle Belledonne. Quando abbiamo avvistato da lontano il rifugio – che sembrava non arrivasse mai – eravamo contenti come stambecchi di fronte a un prato fresco bagnato dalla rugiada..Il paesaggio, lungo l’intero tragitto, e’ veramente bello..Verde, fiorito, silenzioso, fresco. I laghi sono cristallini e invitanti e i torrenti sguizzano di acque chiare.
I monti del Vercors e della Chartreuse (le altre due catene montuose, per concludere il giro a 360 gradi intorno alla citta’..) sono piu’ bassi delle Belledonne e hanno forme piu’ irregolari e asimmetriche, ma sono ugualmente affascinanti.
Credo che ogni citta’ abbia la sua situazione climatica particolare che poi, a lungo andare, spiega sempre il comportamento della gente che ci vive e gli stati d’animo che si creano.
Trieste ad esempio era affascinante e unica quando stava per arrivare la bora: pare che quell’elettricita’ nell’aria – difficilmente spiegabile a parole, se non si e’ mai vissuta – che precedeva il suo arrivo fosse poi la spiegazione per la grande concentrazione di matti nella citta’...
A grenoble la bora prende il nome di montagne. Questa chiusura geografica al mondo non crea pazzia, piuttosto qui si vive come se stessimo in un paesino di montagna, dove si mangia burro fuso e patate al formaggio tutto l’anno e c’e’ tanto alcol che scorre – nonostante siamo praticamente a 0 metri sul livello del mare.
Di diverso rispetto al villaggetto di 500 anime a 2000 metri di altezza, c’e’ che il fantasmagorico polo scientifico ha attirato tanti stranieri. Quindi, invece delle mucche, a spasso si trovano umanidi che contribuiscono ad animare la citta’, in un certo qual modo.
La gente e’ cordiale, come lo sarebbe a cortina d’ampezzo e si vedono in giro pure quei faccioni avvinazzati e rugati dal sole, tipici di chi vive in montagna..
D’altra parte, il cibo fa schifetto. Molte verdure devono essere importate perche’ non c’e’ spazio per coltivarle. Insomma, vivo in un mondo senza melanzane ...
D’altro canto, ad aggiustare tutto c’e’ la chartreuse – il liquore questa volta, non il convento.
Questo liquore dalla lunga e tormentata storia, e’ disponibile in due colorazioni:verde per i maschi e giallo per le femmine. E’ il classico liquore da certosini..solo due monaci ne conoscono la ricetta segreta e cosi’ e’ stato e sara’ nei secoli dei secoli.
La chartreuse-convento invece e’ un luogo di immenso silenzio e meditazione.
Immerso nel verde delle montagne, non e’ possibile visitarlo al suo interno (fatta eccezione per la cappellina piu’ semplice e bella che mi sia capitata di vedere, sempre aperta). Pero’ esiste un film/documentario che in 2 ore e 15 di silenzio racconta la giornata dei suoi abitanti, scandita da preghiera, meditazione, isolamento, ma anche giochi sulla neve e momenti di unita’ collegiale (philip groening, into great silence).
E poi le noci, si. Il che mi fa pensare, ancora una volta, che tutto sia sempre collegato da un filo invisibile. Venendo da Benevento, notoriamente paese di streghe e di streghe danzanti intorno agli alberi di noce, pensavo di avere la prerogativa e che solo li le noci fossero le vere noci. Invece no, esistono alberi di noce anche da altre parti del mondo e grenoble e’ una di queste – ma senza riti magici..
A Grenoble si vive bene. Si vive tranquilli. Si gira in bici, e puoi dimenticare dove hai parcheggiato la macchina perche’ i mezzi di trasporto sono efficientissimi.
La vita culturale si sveglia da marzo/aprile in poi, quando tutti finalmente ripongono gli sci in cantina e le temperature cominciano a ritornare normali...
Certo, la mancanza di iodio spiega molte cose da queste parti, cose che non possono essere recuperate da una sciata sulla neve ne da una giornata al sole – perche’ pure il sole e’ diverso, un po’ lo stesso concetto dell’acqua di napoli per fare il caffe’ quello buono...
I like Grenoble but I miss iodio.