giovedì 19 novembre 2009

It comes out that…

questo 19 novembre e’ decisamente un giorno speciale.
BUON COMPLEANNO PAPA’!
In attesa di rivederci (presto), te la ricordi questa foto, in quel ristorantino in costiera?
Tanti auguri!!



E non e’ tutto.
E’ glorioso anche per un altro motivo.
All’alba dello stesso giorno di un anno fa, atterrammo.
Insieme alle nostre valigie contenenti tanti piccoli pezzi di italia, qualche immancabile leccornia per la sopravvivenza dei primi giorni, tanta euforia (e tanto sonno) e tanti progetti e dubbi, mettemmo piede in territorio africano.
L’impatto fu assurdo e difficilmente lo dimenticheremo, cosi’ come e’ difficilmente descrivibile a parole: traffico indiavolato alle 6 del mattino, gente che sbuca da ogni dove, sole caldo, troppo caldo per i nostri vestiti ancora invernali e cielo incredibilmente azzurro. La prima visione delle famose township, viste solo nei documentari e pullmini strombazzanti stracarichi di gente che corrono all’impazzata.
Tutti gia’ attivi alle 6 del mattino! Incredibile per i nostri orari europei (e continua a parerci incredibile!!).
E poi, quel sole impetuoso a illuminare una poverta’ infinita: un impatto troppo ricco di contraddizioni da poterlo cogliere tutto e subito.
Ed ora eccoci qua, a tirare le somme, in uno strano...capodanno un po’ fuori stagione (in tutti i sensi).
Siamo contenti, entusiasti.
Ci sentiamo arricchiti di tutto: di inglese, di afrikaans, di persone, di diversita’, di natura, di paesaggi, di spezie, di malinconie, di rand, di amicizie, di foto, di film, di muizenberg, di djembe, di cactus, di baobab e di acacie, di babbuini che rubano mele, di tristezze, di deserti e di oceani, di viaggi e di riposo, di jazz, di passeggiate in riva al mare, di birrette ammirando i voli dei gabbiani, di pap, di vento micidiale, di voglia di parlare italiano, di manghi freschi, di vini iperalcolici, di telefonate intercontinentali, del traffico alle 6 del mattino, di sole, di bobotie, di indigestioni, di felicita’ immense, di samoosas, di amigdale e rocce rubate, di successi lavorativi, di zuma e le sue mogli, di poverta’, di township, di surf, di quelli che sbagliano numero, di antilopi e leoni, di contraddizioni, di giraffe, di elefanti, di corse sulla spiaggia, di mail and guardian, di italiani all’estero, di storie e di storia, di protea, di incazzature e maledizioni, di progetti per il futuro, di ville sfavillanti, di operai inoperosi, di burocrazia, di kruger, di karoo, di namibia, di acque minerali, di cannella, di voglia di continuare a viaggiare, di famiglia lontana...
Tutto e’ rientrato piano nella norma, in quella routine propria di qualsiasi vita normale vissuta in qualsiasi parte piu’ o meno normale del mondo, ma con una consapevolezza di fondo che stiamo vivendo qualcosa di unico.

martedì 3 novembre 2009

proust aveva ragione

quelle luci, quell’atmosfera, l’agitazione, l’emozione…
stare in coda ad aspettare che aprano le porte
e poi entri e senti i primi accordi per provare l’audio
la gente inizia lenta ad affollare lo spazio davanti al palco, chi ride, chi chiacchiera, chi si scambia emozioni
si parla della canzone preferita, della versione piu’ bella...
l’immancabile fila per una birra e l’immancabile fila nei bagni
e poi si spengono le luci, si illumina il palco e finalmente le prime note.

E una valanga di ricordi mi assale, eppure diamine e’ solo un concerto.
ma no, non credo che sia per il concerto...
e’ come il sapore del tuo dolce preferito, quello che non mangi da millenni e poi lo assaggi e ti catapulta a quando eri bambina, e’ come una madeleine di proust
mi vengono in mente tutti i concerti che ho visto, con .. la “mia gente”
quei pomeriggi trascorsi insieme a fare niente nell’attesa della serata, nell’attesa di andare li e conoscere altra gente o ritrovare amici: anche tu qui, bello eh?
concerti estivi di una napoli lontana, all’aperto in qualche area “rivalutata”...
concerti invernali, al chiuso di qualche palazzetto sportivo
concerti settembrini a morire dal caldo sotto il sole, in un grande prato tra centinaia di migliaia di persone
o il concerto del primo maggio, in quella piazza li.
non ho ritrovato qui, ieri, tante cose (...persone...) che mi sarebbe piaciuto rivedere ed emozioni che avrei voluto rivivere, ma l’atmosfera non e’ poi tanto diversa...
bello sapere almeno questo, avere la certezza che ancora una volta tutto il mondo e’ paese.